A cosa serve sognare?

Se per qualcuno sono solo sciocchezze senza alcun significato oppure un normale meccanismo necessario a consolidare i ricordi della giornata, altri, che magari si ritengono più spirituali, credono che si tratti di  messaggi da un altro mondo, forse dall’aldilà.

Ma se i sogni nascono da attività cerebrali casuali, come mai sembrano svolgersi in modi così coerenti? E se si tratta solo di banali rielaborazioni degli eventi della giornata, come mai sono spesso così vividi, fantasiosi o surreali?

James Hollis, uno psicoterapeuta junghiano secondo cui i sogni non sono per niente insensati, si chiede “chi mai inventerebbe certe cose?”

Notte dopo notte, quando andiamo a letto, ci passano per la mente storie folli e complicatissime sulle quali non abbiamo nessun controllo, ed è una cosa davvero affascinante.

Nonostante i sogni siano difficili da analizzare in laboratorio in quanto si tratta di esperienze molto personali, gli studi di alcuni ricercatori tra cui Matthew Walker, che ha scritto alcuni libri sull’argomento, fanno pensare che i sogni siano una sorta di analisi notturna: durante la fase REM rielaboriamo emotivamente le esperienze che ci hanno messo alla prova, ma senza un neurotrasmettitore come la noradrenalina che induce l’ansia .

Nel corso degli esperimenti, le persone alle quali venivano mostrare immagini con una forte carica emotiva reagivano con più calma quando le rivedevano dopo una buona nottata piena di sogni: un risultato difficile da ottenere sia con un sonno senza sogni sia con il semplice passare del tempo.

Quasi certamente Carl Jung non avrebbe accettato questa spiegazione, perché sosteneva che i sogni sono messaggi dell’inconscio il cui scopo è quello di offrirci dei simboli che rappresentano intuizioni che sfuggono alla mente cosciente.

Quando un sogno ci colpisce particolarmente, infatti, ce lo scriviamo, lo analizziamo con o senza l’aiuto di un analista, ipotizziamo diverse interpretazioni, e se una ci sembra quella giusta – se ci ha fatto venire la pelle d’oca e ci ha provocato una forte emozione – cerchiamo di approfondirla.

Se però Jung si fosse sbagliato e i sogni fossero davvero dei fenomeni casuali, trattandoli come se fossero potenzialmente significativi e prendendo in considerazione solo quelle interpretazioni che ci sembrano corrette, finiamo comunque per capire qualcosa di importante.

Chiederci che cosa stanno cercando di dirci i nostri sogni significa, quindi, farci domande profonde e difficili che altrimenti eviteremmo, anche se magari non stavano cercando di dirci proprio nulla

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